di Laura Ceresoli
(Tratto da Affari di Gola)
Quando
lavorava come executive chef al ristorante “Valentino”, nel lussuoso casinò hotel
“Venetian” di Las Vegas, sapeva allettare i palati con specialità sopraffine,
dal ragù di cinghiale al risotto bianco al tartufo, passando
attraverso succulenti ravioli di agnello. Oggi però i sapori rotondi e gli
intingoli strutturati della cucina di Luciano Pellegrini hanno ceduto il passo
al gusto più morbido dei dessert. Da circa tre anni, infatti, questo chef
52enne originario di Capizzone ha deciso di tuffarsi nel variegato universo dei
semifreddi. Insieme all’amico di lunga data Salvatore Cesareo nel 2013 ha aperto in Nevada “Dolce
vita”, un
laboratorio di produzione di gelato artigianale per vendita all’ingrosso.
Pellegrini, che da ormai trent’anni ha lasciato la Valle Imagna alla volta
degli Stati Uniti, ha iniziato a muovere i primi passi dietro i fornelli quando
era molto giovane: “Abitavo vicino alla scuola alberghiera di San Pellegrino –
ricorda Luciano – così, terminate le Medie, vista la mia inclinazione personale
ad aiutare mia mamma in cucina quando c’era occasione, l’opzione più logica fu
quella di intraprendere una carriera da cuoco.
Nel 1980 ho fatto un
tirocinio alla Locanda Dell’Angelo in Borgo Santa Caterina con Pierangelo
Cornaro. Dopo una breve pausa per il servizio militare a Pisa come
paracadutista, ho lavorato in alcune località turistiche: prima al mare vicino
a Milano Marittima, poi a Lugana di Sirmione”. Ma il 15 marzo 1985 fu la data
della svolta: “Quando vivevo a Bergamo ovviamente avevo il desiderio di
viaggiare e vedere altri posti, ma non riuscivo a immaginarmi un futuro stimolante.
Per fortuna Piero Selvaggio, titolare del Valentino Santa Monica, mi diede l’occasione
di far carriera all’estero. Ero un ventenne in erba allora. Alla fine abbiamo
collaborato insieme per 28 anni. Ho
trascorso i miei primi sette anni negli Usa come chef a Primi in un ristorante
vicino al 20th Century Fox studio dove a pranzo era normale vedere attori,
registi, produttori. Ma il mio periodo d’oro è stato a Las Vegas dove per 14
anni sono stato l’executive chef del ristorante Valentino”. Nel 2004,
mentre spadellava nel Venetian Resort, Pellegrini ha vinto addirittura l’ambito
premio “James Beard Award” sbaragliando la concorrenza dei più
rinomati chef di Arizona, Colorado, New Mexico, Nevada, Oklahoma, Texas e Utah.
Non a caso ancora oggi è molto rispettato tra i suoi coetanei,
giornalisti e ospiti che lo considerano uno dei migliori cuochi di Las Vegas. Eppure Luciano non ha mai
dimenticato le sue origini orobiche: “In qualsiasi cucina abbia lavorato e dove
avevo pieno controllo del menu, ho fatto il possibile per inserire un’influenza
bergamasca, dai casonsei alla polenta e osei, nonché innumerevoli altri piatti
ispirati dalla nostra tradizione”.
L’idea di
realizzare gelato artigianale, invece, è nata quasi per caso nel 2010 quando l’allora
pasticcere del Valentino Alessandro Stoppa, annoiato dei soliti dessert,
propose di inserire il gelato nel menu. Fu un successone e nel giro di poco
tempo Pellegrini e soci si ritrovarono a rifornire anche altri locali della
zona con i loro gustosi semifreddi. Ecco perché quando a novembre 2013 il ristorante
Valentino chiuse i battenti, Luciano riuscì a ricrearsi un nuovo business nel
giro di cinque giorni. Staccò la spina delle sue macchine, le caricò su un
furgone e le riattaccò in un laboratorio adibito alla produzione all’ingrosso di
gelato. Ma niente paura, Pellegrini non ha attaccato definitivamente il mestolo
al chiodo: per mantenersi in esercizio culinario, oltre a gestire il suo
laboratorio di gelati offre consulenza per un paio di ristoranti della zona e
organizza deliziosi servizi di catering. Per informazioni: http://dolcevitagelatous.com/.
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