di Laura Ceresoli
(tratto dal n. di giugno di Affari di gola)
Il più modaiolo: Spezie
e cibi d'oriente sono il trend del momento. Non a caso il Moscow Mule, drink
ghiacciato a base di zenzero fresco, vodka, succo di lime e ginger beer,
servito con fette di cetriolo e menta fresca sta riscuotendo ampi consensi: “Lo
zenzero del Moscow mule ha un sapore predominante –
spiega Alessandro Salamina, titolare del Tassino Cafè di Largo Rezzara – È una spezia diuretica e salutista,
inizialmente utilizzata nelle tisane e oggi
approdata nei cocktail. Le spezie contenute nei drink ben si accostato
ai cibi orientali ed esotici che spesso compaiono sui banconi dell’aperitivo,
come la quinoa, il cous cous, sushi di pesce, nachos”.
Il
ritorno vintage: Succo di
mezzo lime, due cucchiaini di zucchero di canna raffinato, foglie di menta
cubana, rum, ghiaccio e acqua gassata. È questa la formula del Mojito,
cocktail dal gusto un po’ retrò che in quest’estate 2016 sta tornando alla
ribalta. Amato dagli attori e scrittori che nel periodo del proibizionismo americano
erano soliti andare a La Habana per bere alcolici e fare vita mondana, il
mojito è una bevanda fresca e dissetante, ideale per le serate più torride. Tra
le versioni più originali che hanno rivoluzionato la ricetta base spiccano il
Virgin mojito senza rum, il black mojito con un liquore alla liquirizia e il
mojito fidel che prevede birra al posto dell’acqua frizzante. C’è un
grande ritorno anche ai cocktail storici preparati con prodotti di qualità e
spiriti premium come l’Americano, il Negroni e il Cosmopolitan.
L’analcolico
alternativo per non perdere punti sulla patente: Fresco, salutare e
senz’alcol. Sarà questo il motto di quest’estate per astemi, vegani e salutisti
che stanno cavalcando l’onda dei centrifugati a base di frutta e verdura. Ma è
anche la rincorsa alla temuta prova costume a incentivare un consumo di
cocktail meno calorici e più sani. Un’idea per un aperitivo rinfrescante da sorseggiare in estate
è il ginger fruit cocktail, caratterizzato dalle note leggermente piccanti
dello zenzero. Di recente anche alcuni studenti bergamaschi di istituti
superiori e centri di formazione professionale si sono messi in gioco in una
gara di cocktail per dire no all’abuso di alcol. Nell’ambito dell’iniziativa Giovani
Spiriti hanno creato drink originali e colorati, dallo Yellow Drink (a base di
sciroppo di fiori di sambuco, succo di limone, pompelmo e ananas con buccia di
limone e mirtilli per decorazione) al Bitter Sweet (con bitter analcolico,
succo di cranberry e soda water). Insomma, un piacere contro il caldo estivo
che salvaguarda la linea ma anche i punti sulla patente. Tuttavia, pare che
siano ancora parecchi i giovani che continuano ad associare il divertimento all’alcol, come conferma William Locatelli, titolare insieme
alla moglie Sabrina Franchini del Glamour Cafè di via Don Luigi Palazzolo: “Sappiamo tutti che chi guida non dovrebbe
bere. Purtroppo però non c’è ancora una cultura radicata in questo senso. I
ragazzi se ne fregano dei punti sulla patente. Chi esce per festeggiare non si
limita alle bibite, ama brindare con qualcosa di più strutturato. Durante il
pranzo, invece, non beve quasi più nessuno, solo acqua. Il vino o l’aperitivo
alcolico si consumano prevalentemente la sera dopo il lavoro”. Un trend confermato
anche dal titolare del Tassino Alessandro Salamina: “Lo spettro del controllo
alcolemico non preoccupa una clientela matura che vive il suo svago in orari
limitati, dalle 19 alle 23, e accompagna sempre il bere con qualcosa da
stuzzicare. In generale c’è voglia di azzerare i pensieri nel momento
dell'aperitivo. L’esperienza aiuta comunque a moderare gli eccessi. Magari ci
si muove in moto o a piedi per frequentare più comodamente i locali del centro
città”.
I
finger food classici: La moda dell’apericena resiste. Complice la
crisi, sono ancora tanti coloro che praticamente cenano con pochi euro
sorseggiando un drink. Gli stuzzichini
anni ’70 e ’80 a base di patatine, olive, noccioline e salatini hanno ceduto il
passo da tempo a sontuosi buffet che appagano l’occhio e il palato. Sul bancone
si propongono tanti classici della cucina italiana e locale come riso, pasta
fredda, baguettes imbottite, insalatone, tartine, salumi, insomma ogni ben di
Dio. Via libera anche a torte salate, polentine, salumi, formaggi, spiedini di
mozzarella, ciotoline di casoncelli, polpette. “In generale il cibo servito
dev’essere di qualità, meglio se artigianale come le pizzette, le focacce, i lecca
lecca di grana e le frittate fatte in casa – dice Diego Belotti, titolare dello
Zerotrecinque di piazza Matteotti – Ciò che alla gente piacerà sempre (a noi
gestori un po’ meno) è il fatto che questi aperitivi sono a volontà. Per
chiudere in dolcezza, sul bancone si mettono persino bicchierini di macedonia
oppure la brioche del giorno tagliata a fette con crema di cioccolato. Insomma,
con soli 8 euro praticamente si cena”.
L’etnico:
Oggi tra i classici italiani come mozzarelline, pizza e olive ascolane si
trovano persino aperitivi multietnici a base di cous cous, sushi e nachos
messicani. Molto in voga sono inoltre i
finger food americani e spagnoli, come conferma Giovanni Carminati
dell’Underground Cafè di Seriate: “Le tapas, piccole fette di pane con
farciture di vari sapori e colori, sono molto ricercate. Queste tartine
tipicamente spagnole possono essere servite fredde con salsine varie, pomodoro
o prosciutto, oppure calde con pesce o formaggio. È una tradizione iberica che
ultimamente sta spopolando anche da noi. Gettonato è anche lo stile americano:
si va dai piccoli panini con hamburger ai club sandwich. Il buffet a volontà è
un continuo via vai: il 99% preferisce star comodo e bere l’aperitivo al
tavolo, alzandosi solo di tanto in tanto a riempire i piattini”. L’etnico spopola anche nei cocktail che vengono miscelati con spezie di
vario tipo per ottenere un gusto che solletica il palato e ben si accosta coi
finger food esotici.
L’ambiente
(dal bancone a buffet al risto-bar):
“Sei già dentro l’happy hour, vivere costa la metà”, cantava Ligabue in una
delle sue celebri canzoni. Goloso ed economico, l’aperitivo è infatti un modo
furbo per saziarsi con pochi euro in locali alla moda senza ricorrere a
costosissime cene. La tendenza crescente è quella di puntare sui risto-bar dove
è possibile sorseggiare un drink comodamente seduti al tavolo e magari tirare
l’ora di cena ordinando piatti via via più elaborati: “Sempre più persone, sia
bergamaschi che turisti, amano far tappa in un locale a 360 gradi con una
cucina aperta fino a tarda sera –
spiega Veronica Angiolini, responsabile del Vox di Bergamo – I risto-bar sono
perfetti per stuzzicare qualcosa insieme in modo informale perché non sono così
impegnativi come un ristorante. L’aperitivo è lo spunto iniziale per poi
ordinare qualcosa di sfizioso come una pizza e dividerla a metà. È una tendenza
già consolidata all’estero e che sta prendendo piede negli ultimi tempi anche
da noi. Immersi in un’atmosfera rilassante con musica jazz o bossanova, si
inizia bevendo un mojito e poi magari lo si accompagna con un antipastino di
salumi bergamaschi o si passa a una cena amichevole. In generale ho notato che
l’aperitivo è un fenomeno più locale, gli stranieri invece conoscono poco il
nostro rito del buffet, sono più propensi al consumo di alcolici al tavolo
anche senza cibo di contorno. Quando poi però capiscono il meccanismo
apprezzano”. Cresce anche il numero di giovani bergamaschi che preferiscono
l’atmosfera più informale di un risto-bar per festeggiare un compleanno o la loro
laurea. Con una spesa contenuta, infatti, è possibile offrire una degna alternativa
a una costosa cena al ristorante solleticando il palato degli invitati con
sfiziosi finger food a buffet.
L’intrattenimento:
Molti locali amano trasformare il momento dell’happy hour in un party dove,
oltre a sorseggiare un drink e sgranocchiare qualche golosità si ascolta
musica, si balla, si organizzano persino sfilate o eventi mondani. È il caso
del Tassino che tutti i venerdì dalle 19 alle 22 ospita Vinilisti in Vetrina: in
quest’occasione la vetrina del gelato si trasforma in consolle dove giradischi con
vinili di funk, soul e lounge creano il sottofondo giusto per la serata. E
ancora il giovedì per chi ama del buon vino c’è Wine T'Aim, una serata dedicata
interamente al vino per presentare nuove aziende e mettere a confronto vitigni o
annate differenti dello stesso prodotto. Al Bobino di piazza della Libertà o al
Cubo Cafè di Seriate bazzicano spesso famosi dj per animare le serate mentre
A.I. Giardini di piazza della Repubblica i titolari puntano su un’atmosfera
newyorkese con musica lounge e un dehor raffinato che non ha bisogno di altri
effetti speciali per attirare la clientela.
Il
futuro dell’happy hour: La prima grande
trasformazione dell’originale aperitivo all’italiana in un happy hour
pantagruelico si è verificata negli anni Novanta. Da allora i bergamaschi non
hanno più abbandonato questo appuntamento mondano. Eppure la
moda del buffet potrebbe avere i mesi contati. Chi bazzica nella Milano da bere
si è accorto che, da qualche tempo, sono sempre di più coloro che preferiscono
farsi servire l’aperitivo comodamente seduti al tavolo. Già, perché se è vero
che da un lato i buffet al bancone danno la possibilità di gustare una
innumerevole selezione di leccornie, è altrettanto vero che i più attenti alla
salute e alle norme igieniche storcono un po’ il naso di fronte a cibi
deperibili alla portata di tutti e che restano in esposizione per ore perdendo
di conseguenza la loro freschezza. “A Milano, città di tendenza che lancia le
mode, l’aperitivo a buffet sta perdendo quota – spiega Diego Belotti, titolare
dello Zerotrecinque di piazza Matteotti –
Faccio un esempio: quando ci si deve servire con salsine di vario tipo da
spalmare o da mettere nel proprio piattino, ci si impiastra col cucchiaino, è
poco igienico. Oppure nelle ciotole di patatine o salatini tutti toccano tutto.
Questa è la ragione per cui in futuro sempre più locali, soprattutto quelli più
sofisticati, opteranno gradualmente per un servizio al tavolo a scapito del
buffet”.
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