di Laura Ceresoli
(Tratto dal n° di marzo 2016 di Affari di Gola)
“Se ami il
cibo, ma conosci solo il vino, è come se cercassi di comporre una sinfonia con
solo metà delle note e metà orchestra”. Oliver Garrett, il celebre birraio americano
della Brooklyn Brewery ne è convinto. Ogni prelibatezza gastronomica può
sposarsi alla perfezione non soltanto con un bianco fermo o un buon rosso ma
anche con una birra di qualità. Basta scegliere quella giusta. Ma se in America
e nei Paesi nordici questo binomio è ormai un’abitudine consolidata, per una
terra dalla lunga tradizione enologica come la Bergamasca si tratta di una
tendenza di più recente espansione. Sono stati i giovani, abituati a viaggiare all’estero
alla costante ricerca di qualcosa di alternativo, i primi ad apprezzare la cultura brassicola, soprattutto durante le sagre e le
Oktoberfest. Ed ora questa antica bevanda, le cui origini risalgono alla
Mesopotamia, ha letteralmente conquistato un
pubblico più maturo, andando ben oltre il banale accostamento con la pizza o i crauti.
In molti ristoranti, anche di alta cucina, non è raro trovare accanto
alla carta dei vini una vasta ricca gamma di bionde, rosse o stout in grado di
esaltare o contrastare ogni sorta di cibo. E c’è chi addirittura mette la birra in tavola
durante i pranzi di gala. Tra i pregi di
questa bevanda fermentata a base di acqua, malto, luppolo e lievito spiccano la
versatilità, la moderata gradazione alcolica e un prezzo più contenuto rispetto
al vino. La tavolozza di profumi e stili offerta
dalla birra è ormai tra le più sofisticate. Ecco perché, prima di decidere
a quale piatto abbinarla, va assaggiata, a meno che non ci si affidi ai consigli
di esperti del settore come il bier sommelier. Da
quando la birra è stata messa al pari del vino, infatti, in Italia si è andata
sempre più affermando questa nuova figura professionale che in Germania esiste
già da tempo.
La regola generale è che la birra deve essere robusta e intensa quanto le pietanze a cui viene accostata: il connubio risulta particolarmente riuscito se c’è qualche sapore o aroma in comune.
La regola generale è che la birra deve essere robusta e intensa quanto le pietanze a cui viene accostata: il connubio risulta particolarmente riuscito se c’è qualche sapore o aroma in comune.
Birra e
formaggio, per esempio, dovrebbero essere entrambi aciduli. Gli ingredienti
leggermente amari della birra stimolano l'appetito. E allora perché non iniziare
il pasto con una birra leggera per pulire il palato e preparare lo stomaco al
cibo? Veniamo poi ai primi. Alle zuppe leggere si accosta una chiara e secca;
alle minestre, invece, una maltata come la Scotch Ale. Parlando di secondi, una
Ale chiara, caratterizzata dal forte aroma del luppolo, va d'accordo con le
insalate verdi, mentre le birre amare sono adatte a quelle condite con aceto.
Con bistecca o roastbeef meglio optare per le scure, mentre le birre di luppolo
secche contrastano il piccante dei piatti esotici. Via libera, invece, alle
chiare per pesce e pizza. La birra si sposa bene anche con il dolce: una
Doppelbock, al delicato gusto di ciliegia, o una Imperial Stout sono perfette
con il cioccolato. Per le torte fruttate meglio una Lambic. E per chiudere il
pasto si consiglia una birra pesante ma dolce che faciliti la digestione. In Bergamasca
oggi ci sono locali specializzati tra i migliori d’Italia e parecchi birrifici
di alto livello riconosciuti su scala nazionale anche da specialisti del
settore come la Guida alle Birre d’Italia curata da Slow Food. Tra i più famosi
spiccano Endorama di Grassobbio, Hammer di Villa d’Adda, Hopskin di Curno,
Sguaraunda di Pagazzano, Maspy di Ponte
San Pietro. E poi c’è la Elav di Comun Nuovo che lo scorso anno ha lanciato un’originale
versione della Vienna Lager preparata con la polenta, sfruttando le croste che
restano attaccate al paiolo. Da segnalare anche il birrificio Valcavallina
di Endine Gaiano e il Via Priula di San Pellegrino che lo scorso febbraio si
sono aggiudicati il secondo e terzo posto all’11esima edizione del premio Birra
dell’anno, promosso dall’associazione Unionbirrai. E a conferma
della sempre più marcata attenzione attorno all’universo della birra
artigianale, è nata la prima
edizione del concorso internazionale Armonia “Birra nel piatto”. All’evento,
voluto dall’Istituto per la ricerca e la valorizzazione delle eccellenze
agroalimentari e ambientali, parteciperanno produttori, assaggiatori, chef,
foodies e consumatori, secondo un format già sperimentato che ha visto la
partecipazione di giovani cuochi delle più importanti scuole di cucina, chef
internazionali e giudici di MasterChef. Il direttore tecnico del
concorso Lorenzo Kuaska Dabove, considerato l’esperto di birre più
famoso e richiesto al mondo, selezionerà personalmente i giudici italiani ed
europei che comporranno la commissione. I tavoli di giuria sparsi in giro per
l’Italia e all’estero sceglieranno le eccellenze birrarie artigianali in cucina
e nella ristorazione che potranno accedere
alle fasi finali del concorso in programma a maggio. Per informazioni: http://unionbirrai.it/.
(Tratto dal n° di marzo 2016 di Affari di Gola)
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