di Laura Ceresoli
Essere belle è una questione di stile. È una continua ricerca dell’accessorio giusto, della borsa più adatta, dell’accostamento più azzeccato. Con l’eleganza e la sobrietà che la contraddistingue Cristina Parodi, grande esperta e appassionata di moda, è diventata l’emblema di una donna dal look impeccabile. Nel suo ultimo libro dal titolo “Sei perfetta e non lo sai” (edito da Rizzoli) la giornalista e presentatrice televisiva si diverte a consigliare alle sue lettrici l’abbigliamento giusto per ogni occasione, meglio se low cost, diffidandole dal pescare a caso tra i vestiti dell’armadio pur di fare in fretta. Al primo appuntamento, al lavoro, dai suoceri, in vacanza e persino tra le mura domestiche, insomma, ci si deve agghindare con cura per non rischiare un’irrimediabile brutta figura. Con questi presupposti, se il marito Giorgio Gori, candidato sindaco di Bergamo, verrà eletto alle amministrative del prossimo 25 maggio, di certo la Parodi non avrà alcuna difficoltà a sfoggiare la tenuta che più si confà a una perfetta first lady.
Sono
ormai poche le persone che riescono a permettersi un guardaroba griffato. È
molto più normale, in tempi di crisi, acquistare accessori alla moda nelle
catene low cost, magari divertendosi a mischiarli con abiti intramontabili e di
qualità. Per esempio consiglio Zara, ormai un’abitudine consolidata per tutte
le italiane; H&M, un po’ più modaiolo; Cos, che ha dei vestiti più classici;
e Oviesse che negli ultimi anni si è rinnovato con capi molto carini.
L’importante è avere gusto e non commettere errori nelle scelte.
Insomma, c’è sempre uno stile per ogni
occasione…
Ho cercato di analizzare le varie situazioni della vita in cui una donna può trovarsi. Per ogni evento c’è un capo adatto che la metta a suo agio, che la valorizzi. Per il colloquio di lavoro, ad esempio, è fondamentale l’immagine che si dà al primo impatto. Anche l’incontro con i futuri suoceri è delicato: mai arrivare con i tacchi assassini e le calze a rete!
Sì,
lei mi dà le ricette di cucina e io i consigli di moda. Il suo stile è molto
casual e semplice. Però mi chiede spesso suggerimenti, soprattutto in vista di
una cerimonia o di occasioni importanti. Prova i vestiti e mi manda le foto per
avere la mia opinione.
Essere belle è una questione di stile. È una continua ricerca dell’accessorio giusto, della borsa più adatta, dell’accostamento più azzeccato. Con l’eleganza e la sobrietà che la contraddistingue Cristina Parodi, grande esperta e appassionata di moda, è diventata l’emblema di una donna dal look impeccabile. Nel suo ultimo libro dal titolo “Sei perfetta e non lo sai” (edito da Rizzoli) la giornalista e presentatrice televisiva si diverte a consigliare alle sue lettrici l’abbigliamento giusto per ogni occasione, meglio se low cost, diffidandole dal pescare a caso tra i vestiti dell’armadio pur di fare in fretta. Al primo appuntamento, al lavoro, dai suoceri, in vacanza e persino tra le mura domestiche, insomma, ci si deve agghindare con cura per non rischiare un’irrimediabile brutta figura. Con questi presupposti, se il marito Giorgio Gori, candidato sindaco di Bergamo, verrà eletto alle amministrative del prossimo 25 maggio, di certo la Parodi non avrà alcuna difficoltà a sfoggiare la tenuta che più si confà a una perfetta first lady.
Dopo i suoi volumi sul galateo moderno,
adesso arriva un libro che aiuta le ragazze a vestirsi nel modo giusto e a
sentirsi bene con loro stesse. La passione per la moda la accompagna da sempre…
Ho
seguito molto l’ambito della moda anche al Tg5 perché mi ha sempre incuriosito.
I miei primi libri sul galateo erano stati meno coinvolgenti perché era stata
la casa editrice a chiedermi di scriverli. Questo nuovo volume, invece, nasce
da un’idea mia e quindi è stato un lavoro piacevole e divertente. Tempo fa dovevo
realizzare un format televisivo su Canale 5 proprio con i miei consigli di
moda, ma poi non è andato in onda. Così ho trasformato questo progetto in
un’iniziativa editoriale. Ho scritto un libro democratico, popolare, a cui
tutte si possano ispirare. Per essere belle non bisogna per forza essere come
Naomi Campbell. Tutte possono diventare perfette in ogni occasione, senza
necessariamente spendere una fortuna. Basta che imparino a valorizzare il
proprio fisico vestendosi nel modo giusto.
Ci si può vestire bene senza ricorrere alle
grandi firme, quindi?

Ho cercato di analizzare le varie situazioni della vita in cui una donna può trovarsi. Per ogni evento c’è un capo adatto che la metta a suo agio, che la valorizzi. Per il colloquio di lavoro, ad esempio, è fondamentale l’immagine che si dà al primo impatto. Anche l’incontro con i futuri suoceri è delicato: mai arrivare con i tacchi assassini e le calze a rete!
Che ricordo ha del primo incontro con i
suoi suoceri?
Incontrai
per la prima volta Mimma e Alberto in occasione del matrimonio di Andrea, uno
dei fratelli di mio marito Giorgio, e andò molto bene. Io indossavo un tailleur
di Max Mara di colori pastello. A pensarci oggi ero vestita un po’ da
“sciuretta”, considerando che non avevo nemmeno 30 anni, ma allora usava così. La
cerimonia si teneva in una bella chiesetta in un paesino sul lago d’Iseo. Il
rinfresco, invece, fu un disastro perché era stato allestito un banchetto in
giardino ma scoppiò un forte temporale e dovemmo rifugiarci tutti nel club di
vela.
È vero che gli unici a cui non riesce a
dare consigli di moda sono i suoi figli?
Con
i ragazzi è difficile perché hanno un loro stile legato all’età, molto omologato
al gruppo che frequentano. Benedetta, la mia figlia maggiore che ora ha 18
anni, ha iniziato a fare la modella e quindi, da qualche tempo, ha qualche
guizzo di originalità in più ma fino all’anno scorso si vestiva solo con jeans,
maglietta e felpa.
Le capita di dare consigli anche a sua
sorella Benedetta?

A lei personalmente come piace vestire?
A me
piace un’eleganza abbastanza sobria che abbia qualche elemento di creatività
nei dettagli e negli accessori. Anche i colori accesi non mi spaventano, non
sono una che veste solo nero o grigio. Certo, con il lavoro che faccio non
posso permettermi abiti eccentrici. Pantalone, mocassino e giacca sono perfetti
per una donna che, come me, va sempre di corsa. È importante essere carine
tutto il giorno.
Quindi anche tra le mura domestiche…
Non
mi piace stare in casa sciatta o vestita male. Detesto le tute da ginnastica. Ho
invece una serie di vestiti carini, ma comodi, che mi fanno stare bene mentre
scrivo, guardo la tv o faccio i mestieri. E poi se qualche ospite inatteso
dovesse suonare alla porta, non mi trova proprio come una strega!
Ama truccarsi?
Mi
trucco sempre meno. Quando sei giovane il make up valorizza molto e ti fa
sembrare più grande, invece quando passano gli anni invecchia.
Suo marito potrebbe diventare sindaco di
Bergamo. Qual è l’abbigliamento ideale della perfetta first lady?
Sono
molto scaramantica e preferisco non pensarci. La politica si fa con i valori e
i progetti, il look della first lady viene in secondo piano. Di certo non avrò
problemi a vestirmi in modo adeguato.
Come giudica l’abbigliamento delle first
lady celebri?
Michelle
Obama ha avuto il coraggio di mantenere uno stile legato alle sue origini africane,
quindi vivace e colorato ma che la valorizza, pur avendo un fisico molto
imponente. Carla Bruni era più una mannequin che una first lady: secondo me,
lei è più adatta ai jeans e alla giacca, un po’ bohémienne, piuttosto che ai
Dior. Letizia Ortiz potrebbe essere più disinvolta, è rigida e copia troppo la
regina Sofia. Non ha ancora trovato uno stile suo che la valorizzi pur essendo
una bellissima donna.
Com’era vestita al suo primo appuntamento
con Giorgio Gori?
Ero
a Roma e conducevo il Tg5. Giorgio, che allora era direttore di rete,
gironzolava sempre in redazione in attesa che io finissi, anche fino a
mezzanotte. Poi una sera presi io l’iniziativa e gli chiesi di andare al
cinema. Al primo appuntamento avevo il tipico abbigliamento da giornalista anni
novanta, un tailleur blu di Max Mara con pantaloni, mocassini bassi e una borsa
grande. Un capo confortevole, ma elegante, che alla fine l’ha conquistato
(intervista realizzata per il settimanale VISTO a maggio 2014)
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