Gianotti e Kaplan |
di Laura Ceresoli
“Possono portarci via i nostri soldi, la casa, i vestiti,
tutto, ma non il nostro cervello e l’amore per il sapere”. Mani lunghe e
affusolate da pianista e una passione sfrenata per le décolléte con tacco 12,
Fabiola Gianotti è la donna che non ti aspetti. Nonostante la laurea in Fisica
all’Università di Milano, la nota scienziata romana non è certo una maestrina
che incute soggezione. Protagonista indiscussa della fisica contemporanea
grazie alla scoperta del bosone di Higgs, meglio noto come la particella di
Dio, la vita privata della Gianotti è un’oasi creativa dove protoni e androni cedono
il passo alla musica classica, allo sport, ai libri di Thomas Eliot e alle
torte al cioccolato, la sua specialità. “In un certo senso anche la pasticceria
è una scienza esatta perché gli ingredienti vanno calcolati con precisione,
come in laboratorio”, dice. Un’innata, meticolosa attenzione a ogni piccolo
dettaglio che l’ha aiutata a raggiungere ambiti traguardi non solo personali,
ma anche professionali.
Si è occupata di ricerca, di costruzione di rivelatori,
dello sviluppo di software e di analisi di dati. Nel 1994 ha vinto una borsa di
studio per giovani ricercatori al Cern dove ha iniziato ad analizzare alcune
parti del superacceleratore con il quale ha poi avuto a che fare qualche anno
più tardi. Così è iniziata per lei una lunga scalata che nel 2009 l’ha portata
a essere scelta come responsabile di Atlas, considerato il più grande
esperimento scientifico mai realizzato.
E oggi, Fabiola Gianotti,
52 anni, è la nuova direttrice del Cern di Ginevra nonché la prima donna a
guidare il laboratorio europeo di fisica delle particelle in 60 anni di storia:
“Con tanti scienziati da tutte le
parti del mondo, una delle forze del Cern è senz’altro che celebra la
differenza come ricchezza per l’umanità. Spero dunque che una donna in questa
posizione incoraggi un numero maggiore di giovani ragazze a scegliere la strada
della ricerca”, ha commentato. Il Cern rappresenta il luogo più importante
al mondo per indagare la natura. Già, proprio quella natura che Fabiola imparò
ad amare fin da piccina grazie a suo padre, geologo di origine piemontese:
“Ogni occasione era buona per passeggiare in montagna. Ci fermavamo ogni
tre metri per esaminare qualcosa. Ma per lui ogni sasso, ogni fossile, ogni
coleottero aveva una storia da raccontare”, ricorda la neo direttrice.
Erede di Rolf-Dieter
Heuer (che ha ricoperto la carica dal 2009 e che la affiancherà nella direzione
del Cern fino al 2015), la Gianotti ha ricevuto la lieta notizia tramite un
sms. “Già fatto?”, ha commentato quasi incredula nel leggere il messaggio. Sì,
perché sono bastati solo 15 minuti al Consiglio del Cern per trovare l’accordo
sulla sua nomina. Poi ecco arrivare una sfilza di telefonate di complimenti,
una dopo l’atra, tra cui quella del premier Matteo Renzi. Per Fabiola si preannuncia
un periodo di transizione faticoso, ma stimolante, che stiperà di impegni la
sua agenda già finora così traboccante: “So di avere davanti prove difficili da
affrontare, dovrò compiere scelte ardue, ma cercherò di impegnarmi per
mantenere il ruolo di primo piano che il Cern ha nel campo dell’eccellenza
scientifica, così come nella tecnologia e nell’innovazione, nell’educazione e
nella collaborazione internazionale nella scienza al servizio della pace”.
È la terza volta che
un italiano accede alla direzione generale del Cern dopo il premio Nobel Carlo
Rubbia e Luciano Maiani, che ha dato il via alla costruzione del nuovo
acceleratore Lhc: “Non so se riuscirò a eguagliare i grandi italiani che mi
hanno preceduto – ammette – Avverto la grande responsabilità del mio compito,
il prestigio che l’accompagna, ma non sono preoccupata e sono cosciente della
modestia con la quale devo guardare al mio impegno”. Da bambina, Fabiola ha
sempre avuto un’aspirazione alla creatività: amava ascoltare la musica, disegnare
figure che si libravano nell’aria, danzare: “Da piccola volevo diventare una
ballerina, mica una qualunque, un’étoile del Bolshoi”. L’atmosfera in casa
Gianotti era vivace e stimolante. Si discuteva di tutto e Fabiola era molto
curiosa. Voleva sapere ogni cosa: “Una delle mie prima domande? Come fanno le
stelle a stare in cielo? Chi le tiene appiccicate lì?”. Diplomata al
Conservatorio di Milano, la scienziata sa anche suonare il piano divinamente: “Le
note di Schubert, il mio autore preferito, mi riempivano l’animo. Ora però il
mio tempo è tutto nella musica della nuova fisica”. Nonostante il suo apparente
atteggiamento low profile, la Gianotti è una donna sofisticata che ama vestire
alla moda, fare shopping e riempire il suo armadio di vestiti griffati e scarpe
costose. “Trascorro ore e ore tra jogging, nuoto e musica – raccontava Fabiola
qualche tempo fa – Amo leggere, specialmente Thomas Eliot, quello di
“Assassinio nella cattedrale”, e Flaiano. Mi diverte cucinare, organizzare cene
con gli amici”. Ma forse, ora, le sue nuove responsabilità la distoglieranno
per un po’ dalle sue attività preferite.
Due anni fa, il
settimanale americano Time
ha collocato Fabiola Gianotti al quinto posto nella graduatoria delle persone
dell'anno 2012 per la scoperta del Bosone di Higgs, particella associata al
campo di Higgs che conferisce la massa a tutte le altre particelle e, di
conseguenza, a tutta la materia dell'Universo visibile. È stata una scoperta da
Nobel, per la quale nel 2013 sono stati premiati Peter Higgs, padre della
teoria che ha previsto l'esistenza della particella grazie alla quale esiste la
massa, e il collega Francois Englert. E per la prima volta nella storia del Nobel,
ha meritato una menzione un'istituzione di ricerca, come il Cern.
(Tratto da Visto, 2014)
(Tratto da Visto, 2014)
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