(Tratto dal n di febbraio 2016 di Affari di Gola)
Quest’anno sulle tavole dei bergamaschi trionferà il viola. La nuova tendenza in fatto di cibi si chiama “Purple food” e arriva direttamente dall’Inghilterra dove già nel 2015 si è registrato un aumento del 10% nelle vendite di frutta e verdura con sfumature dal violetto al porpora. Non solo radicchio, melanzane e barbabietole ma anche broccoli, patate e persino carote viola si sono insinuate nella carta di moltissimi ristoranti orobici. Merito delle loro molteplici proprietà benefiche. I cibi che contengono questo pigmento – nato dall'unione virtuosa dei colori primari blu e rosso – sono infatti potenti antiossidanti, aiutano a combattere le malattie cardiovascolari, a prevenire il cancro e l’invecchiamento. Un vero toccasana, insomma. E in un’epoca in cui l’attitudine vegana-salutista va tanto di moda, anche gli chef di casa nostra si stanno scervellando per rendere questi ortaggi sempre più appetibili. Così anche frutti non propriamente amati dai più schizzinosi come prugne, bacche di sambuco e cavoli si sono trasformati in inedite delizie.
I primi a lanciare il trend del “purple food” sono stati Michelle
Hunziker e Tomaso Trussardi che nel sontuoso menu del loro matrimonio hanno
inserito una sella di capriolo alle bietole, con
dressing di nocciole e gocce di ribes realizzata da Norbert Niederkofler. Lo
stesso chef pluristellato che lo scorso autunno ha mandato in estasi i palati
sopraffini del ristorante Da Vittorio con i suoi gnocchi alla rapa rossa,
durante una serata benefica organizzata al noto locale di Brusaporto dei Cerea.
“Quest’anno dovrò cominciare a coltivare qualche cavolo nero e viola in
più – conferma Martino Bonacina che,
insieme al fratello Giancarlo, gestisce un’azienda agricola in via San Martino
della Pigrizia – per il momento si tratta ancora di prodotti di nicchia, tuttavia
i bergamaschi stanno imparando a conoscerli e a richiederli. Merito, o colpa,
della Clerici che nel suo programma “La prova del cuoco” propone spesso ricette
con ortaggi alternativi”. Fabio Eustachio dell’azienda agricola Eustachio,
invece, preferisce la tradizione: “Che finiscano in tavola o vengano utilizzati
con finalità ornamentali, gli ortaggi viola o blu ultimamente vanno molto.
Attirano l’attenzione per il loro colore ma il sapore è più o meno lo stesso di
quelli classici. Io personalmente preferisco non seguire mode che poi
tramontano”.
Forma oblunga, buccia spessa di colore scuro e polpa viola
intenso, le patate vitellotte sono soprannominate viole del benessere proprio per
la loro ricca concentrazione di antocianine e antiossidanti. Questi tuberi,
diventati un marchio di fabbrica dell’azienda agricola Gatti di Martinengo,
sono particolarmente indicati per la preparazione di piatti di grande effetto.
Se fritte, le vitellotte si mantengono viola, mentre lessate danno un purè di
una insolita tonalità azzurrina. È possibile assaggiarle al ristorante Carroponte
di Bergamo dove lo chef Alan Foglieni ama abbinarle, morbide e croccanti, al
polpo arrostito oppure, sotto
forma di chips, insieme alla
tartare di salmone. Da
qualche tempo, accanto alle familiari carote arancioni che, con la loro
tonalità brillante spiccano da sempre tra i bancali del supermercato, sono
disponibili anche varietà viola intenso, quasi nere. Nel 16esimo secolo questa
specie era molto diffusa. Con gli anni, però, è sparita dalle tavole
occidentali ed è stata relegata a mangime per animali. In un’epoca in cui la
curiosità per le biodiversità si riaccende, anche la carota viola è tornata a
farsi viva. Ne sa qualcosa il ristorante Cece e Simo di via IV novembre a
Bergamo che propone un intrigante risotto alla carota viola con cuori e duli al
profumo di lime. E a proposito di viola, c’è chi usa la
lavanda non solo per profumare armadi e decorare la casa, ma anche come
ingrediente per pasta e dolci. È il caso della Bottega della Lavanda di via San
Lorenzo che oltre a creme per il corpo, detergenti e servizi di tazzine lillà vende
barattoli di miele, muffin ma anche maltagliati, fettuccine e strozzapreti,
tutti rigorosamente aromatizzati con una delicata essenza alla lavanda. E a proposito di pasta, il purple food ha
contagiato anche l’agriturismo Polisena di Pontida,
dove si mangiano i tagliolini viola di bietola al ragù d’agnello, mentre l’osteria La Trisa di Valmaggiore
propone nel suo menu le penne al farro con verze viola, salsiccia e scaglie di
bagoss.
Gettonatissimi anche i frutti di bosco: da segnalare il risotto
mirtilli e funghi porcini servito in alcuni locali di Città alta tra cui la
Dispensa di Arlecchino e il ristorante San Vigilio. Quest’ultimo offre, in
alternativa, anche un risotto mantecato alle fragole con carpaccio di spada
affumicato. Per gustare al meglio
queste leccornie tra le mura domestiche, durante un allegro pranzo in famiglia
o un tè con le amiche, anche la tavola dev’essere in tinta. E allora via libera
a decorazioni, dettagli, stoviglie e fiori porpora. Basta dare un’occhiata al
catalogo della TreP di Osio Sotto per scoprire un universo di accessori per la
casa, tutti in tema con la moda del momento. Non solo piatti e bicchieri con
delicate violette disegnate su sfondo bianco ma anche posate, salini e persino
caffettiere color viola. Insomma, tante combinazioni per una tinta che, con il
suo nome poetico, celebra un
delicatissimo fiore.
Quest’anno sulle tavole dei bergamaschi trionferà il viola. La nuova tendenza in fatto di cibi si chiama “Purple food” e arriva direttamente dall’Inghilterra dove già nel 2015 si è registrato un aumento del 10% nelle vendite di frutta e verdura con sfumature dal violetto al porpora. Non solo radicchio, melanzane e barbabietole ma anche broccoli, patate e persino carote viola si sono insinuate nella carta di moltissimi ristoranti orobici. Merito delle loro molteplici proprietà benefiche. I cibi che contengono questo pigmento – nato dall'unione virtuosa dei colori primari blu e rosso – sono infatti potenti antiossidanti, aiutano a combattere le malattie cardiovascolari, a prevenire il cancro e l’invecchiamento. Un vero toccasana, insomma. E in un’epoca in cui l’attitudine vegana-salutista va tanto di moda, anche gli chef di casa nostra si stanno scervellando per rendere questi ortaggi sempre più appetibili. Così anche frutti non propriamente amati dai più schizzinosi come prugne, bacche di sambuco e cavoli si sono trasformati in inedite delizie.
Sella di capriolo dello chef Niederkofler |
Tartare con chips viola |
Risotto mirtilli e funghi porcini |
Pubblicato da Il grande cocomero - blog di cucina su Giovedì 17 marzo 2016
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