Gli amici a 4 zampe di Iva Zanicchi

di Laura Ceresoli
Durante la seconda guerra mondiale a Vaglie, un piccolo paesino a cinque chilometri da Ligonchio, viveva Cirilla, un’adorabile cagnolina dal fiuto infallibile. Con il suo eccezionale intuito e senso di protezione, quella dolcissima cucciola segnò l’infanzia di Iva Zanicchi. Suo padre Zeffiro adorava i cani. Non a caso, negli anni quaranta, la loro casa di campagna era un continuo via vai di arzilli segugi da caccia. E così, quando 16 anni fa la cantante e conduttrice emiliana decise di acquistare una cucciola di Shitzu bianca e nera, le venne subito naturale battezzarla Cirillina in memoria della sua prima, indimenticabile amica a quattro zampe con cui ha condiviso la fanciullezza nel verde degli Appennini. Oggi Ciri, così come tutti amano chiamarla in casa Zanicchi, è molto anziana ed è costretta a convivere con i suoi numerosi acciacchi. Ma nonostante il dolore, continua a manifestare il suo affetto incondizionato nei confronti della sua adorata padrona: “Ciri è la mia bambina e io sono come la sua mamma – confessa Iva – con lei è stato un colpo di fulmine. Purtroppo adesso è molto malata ma non voglio neppure pensare a quando mi lascerà. Le voglio troppo bene”.
La sua casa di campagna è piena di animali? 
Ah, sì! Ho due gatti, pesci, tartarughe, uccelli, scoiattoli e naturalmente la mia bellissima shitzu Ciri. Poi ogni tanto viene in vacanza da me anche il labrador di mia figlia.
Che ricordo ha del suo primo incontro con Ciri?
Iva Zanicchi a Ok il prezzo è giusto
Ci siamo incontrate 16 anni fa, quando conducevo “Ok il prezzo è giusto”. Durante una puntata del sabato abbiamo portato in trasmissione vari animali per far divertire i bambini. In una cestina c’erano due cuccioli di shitzu bianchi e neri apparentemente uguali. Mi hanno proposto di portarne a casa uno ma avevo già due pastori tedeschi e, lì per lì, non me la sono sentita. Poi ne ho preso in braccio uno, mi ha dato la zampina e mi sono emozionata. Non sono più riuscita a togliermi di mente quel cagnolino. L’ho confessato al mio autore e lui, senza dirmi niente, ha chiesto al proprietario di riportarmi i due cagnetti. Io ho ribadito che non potevo tenerli. Poi però il padrone mi ha domandato se ero in grado di riconoscere lo shitzu che mi aveva dato la zampina in trasmissione. Io l’ho beccato al volo, non potevo confondermi. Tra noi è stato amore a prima vista e così, alla fine, l’ho comperato.
E da quel momento Cirillina è diventata a tutti gli effetti un membro della famiglia…
Per farla affezionare subito a me, ho messo nella sua cuccia un mio indumento e ha funzionato. E infatti, anche se tutti le vogliono un gran bene, per Ciri sono io la sua mamma e segue sempre e solo me. I primi giorni mio marito era stranito e non capiva il motivo di questo comportamento. Quando gli ho detto che avevo messo la mia maglietta nella sua cuccia, quello sciocco ha tentato di fare la stessa cosa con i suoi calzini, ma ormai ero già diventata io il suo capobranco!
Ciri viaggia con lei?
Adesso no perché è ammalata ma i primi tempi abbiamo viaggiato sempre insieme. Io ho paura dell’aereo e quando c’erano i vuoti d’aria ricordo che ci stringevamo forte e ci facevamo coraggio a vicenda. Dato che era piccola riuscivo a infilarla dentro la borsetta così si intrufolava di nascosto dappertutto, anche nei posti dove non erano ammessi cani.
Chi si occupa di Ciri quando lei è in giro per lavoro?
Mia sorella e mio fratello. Entrambi amano gli animali come me. Ciri non è mai sola, vive in casa con noi, fa parte della famiglia. Il pensiero va sempre ai miei animali quando sono via, telefono di continuo per sapere come stanno.
Ciri dorme con lei?
Ha sempre dormito nella mia stanza in una cuccetta accanto al mio letto. Solo che quando era più giovane russava fortissimo, faceva a gara con mio marito. A volte andavo a dormire da un’altra parte. Va bene tutto, ma due che russano erano troppi!
Come ha scelto il nome Cirillina?
Da bambina mio padre aveva tanti segugi da caccia, ne abbiamo avuti anche sette in contemporanea. Il mio primo cane si chiamava Cirilla. Ricordo che da piccola nel tornare da scuola dovevo passare nei pressi di un cimitero e avevo paura quando d’inverno il cielo cominciava a imbrunire. Così mio papà aveva insegnato a Cirilla ad aspettarmi davanti al cimitero per riaccompagnarmi a casa. Era troppo intelligente e quindi ho deciso di battezzare il mio shitzu Cirillina in memoria sua e di mio padre che, chissà perché, chiamava sempre tutte le cagnoline femmine Cirilla.   
Le piacciono anche i gatti?
Ne ho due che mi ha lasciato in eredità la mia mamma. Ammetto di essere stata sempre diffidente nei confronti dei felini, ma ora ho cambiato opinione. Stellina, in particolare, è intelligentissima. Quando la Ciri ha partorito, questa gatta ha protetto i suoi cuccioli e l’ha sempre trattata come una figlia. Giocano bene insieme sconfessando così i luoghi comuni sui cani e i gatti. L’unica cosa che non sopporto dei gatti è che sono predatori e quindi vanno a caccia di tutti gli scoiattoli che abbiamo in giardino.
Il momento più bello vissuto con la sua Ciri?
Tutte le volte che torno dai miei viaggi di lavoro è una gioia. Ciri per la felicità inizia a girare vorticosamente intorno al tavolo, mi fa le feste e poi va a mangiare e a bere. I miei parenti mi raccontano che poco prima del mio arrivo Ciri è più agitata, come se avesse un sesto senso.  
Oggi Ciri ha 16 anni ed è malata, ma nonostante tutto non ha perso la voglia di vivere…
Non voglio nemmeno pensare a quando non ci sarà più. Purtroppo è cieca, sorda, ha due tumori al seno e problemi di cuore. Ma quando io arrivo, con il suo olfatto infallibile, sente la mia presenza. Sta soffrendo molto ma il veterinario dice che è il mio amore a tenerla in vita. 
(intervista realizzata per il settimanale VISTO a maggio 2014)

 

 

 

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