Metti un oste palermitano
come Fillippo La Mantia, capace di interpretare la cucina siciliana allo stato
puro, integro e solare. Aggiungi l’esperienza internazionale di Davide Oldani,
cuoco “pop” milanese dalla tecnica impeccabile, e il piatto è pronto. In un
travolgente mix di sud e nord, improvvisazione e metodo, tradizione e alta
gastronomia questi due celebri maghi dei fornelli si stanno mettendo in gioco nell’inedita
veste di giudici-conduttori nel nuovo talent show di La 5, in onda il martedì
in prima serata, “The Chef – Scelgo e creo in cucina”. Annunciato come un’innovazione,
il format ha però un nonsoché di già visto. Giurati spietati dallo sguardo
truce, pronti a mortificare elaborazioni culinarie di dubbio gusto e ritmi
incalzanti, farciti di suspense mozzafiato ed emozioni altalenanti, ricordano
da vicino le sfide ad alta tensione di Masterchef. D’altronde negli ultimi
tempi sembra proprio che i telespettatori vadano matti per cibo, ricette e reality.
E Mediaset ha pensato, non a torto, di cavalcare l’onda mettendo in pista 14
concorrenti divisi in due squadre capitanate dalla food blogger Chiara Maci e dallo chef Alessio Algherini. Paragonare
i conduttori di The Chef alle personalità eclettiche, determinate e talvolta
brusche di Carlo Cracco, Joe Bastianich e Bruno Barbieri, forse è un po’
prematuro. Eppure qualche tempo fa Gordon Ramsay, il temutissimo giudice
scozzese di Masterchef Usa, che vent’anni fa aveva lavorato proprio insieme a Oldani
nella cucina londinese del ristorante gastronomico “Le Gavroche”, ci aveva
visto lungo: “Ho raccomandato Davide – aveva dichiarato Ramsay – perché vorrei
che fosse tra i protagonisti di una futura edizione italiana di Masterchef: ha
il fisico e la testa del nuovo cuoco imprenditore, con una forma che anticipa
sapori netti, classici e attuali, squisiti e anche leggeri. Il mio stesso stile”.
Per questa volta il cuoco pop si è accontentato di The Chef, il cui timbro è
decisamente più nostrano e lontano dalle logiche dei grandi numeri: “Di questo
programma ho apprezzato molto l’italianità del prodotto – ha spiegato Oldani – e soprattutto l’importanza data ai cinque
sensi, aspetti essenziali per chi si avvicina alla cucina. C’è tanta voglia di
cucinare in tv perché è l’unica cosa che unisce tutti. È evidente che quando si
accettano queste sfide, si guarda anche quello che fanno gli altri. Penso però
che i programmi cambino perché cambiano i cuochi”. Pacato e sorridente, Oldani
sembra ben lungi dal dilettarsi in aspre critiche e cattivissime scenate, al
pari di quelle che hanno reso celebri Cracco e Bastianich nell’edizione
italiana di Masterchef. Forse più vicino al didattico Bruno Barbieri, visto il
suo atteggiamento meticoloso e tecnico verso la cucina, lo chef milanese si
autodefinisce comunque molto severo: “Io spiego e correggo l’errore. Se si
ripete, ignoro il colpevole per una settimana. Sarò molto duro coi concorrenti,
li spingerò ad autoeliminarsi”. A confermare la postura impeccabile del collega
è Filippo La Mantia che ironizza: “Lavorare con Oldani, per me che sono un
autodidatta della cucina, è stata un’esperienza mistica. Io mi sono sempre
inventato tutto, di conseguenza lavorare con un cuoco amico, che ha un modo di
fare a livello professionale completamente differente, mi ha aperto un sacco di
cancelletti. Mi ha fatto capire l’importanza dei contrasti e degli
accostamenti, com’è il dolce col salato, il croccante col morbido, mi ha
insegnato a definire il cibo e a guardarlo in un’altra maniera. Io praticamente
ero uno dei concorrenti di The Chef, più che il co-conduttore. Anzi, se fossi
stato un concorrente sono certo che mi avrebbe buttato fuori! Ogni tanto quando
lui partiva per la tangente con tutte le sue tecniche, io non riuscivo più a
sentirlo. Vedevo una bocca che si apriva ma non sentivo i suoni”. L’accento
sulla diversità dei due cuochi è molto marcato, anche nello stile: “La
costumista era letteralmente ammaliata da Oldani – scherza La Mantia – e così
vedrete in tv un cuoco vestito malissimo, cioè io, e uno vestito fighissimo.
Lui ha l’orlino perfetto e le iniziali pure sui suoi calzini alla moda mentre
io sembro il bottegaio di Ballarò!”. Ironico quando parla di Oldani, ma un po’
più pragmatico quando si riferisce a se stesso, La Mantia confessa, tuttavia, di
non amare i confronti con altri celebri reality show: “Il progetto Masterchef è
unico. Mai sentirsi come gli altri o paragonarsi a qualcuno. Ho 53 anni e penso
di non avere più l'età per imitare nessuno. Quando ero adolescente avevo dei
miti, ma oggi il mio mito è mia figlia Carolina. Ho un rispetto immenso per
quello che i cuochi fanno in televisione ma non mi sono ispirato a Masterchef,
anzi non l’ho nemmeno mai guardato. Io ho cercato solo di trasportare la mia
personale esperienza al ristorante in tv”. Eppure un pensierino a Masterchef La
Mantia l’ha fatto, tanto è vero che avrebbe pure partecipato al provino per il
programma: “Ci ho provato, ma non ci siamo presi. The Chef invece mi è stato
proposto e io, ipnotizzato, ho detto subito di sì. Giuro che mi sono divertito
tantissimo!”. Ma il cuoco siciliano nel corso di The Chef ha sferrato anche
qualche severa bacchettata. Che sia proprio lui il nuovo Gordon Ramsay nostrano?
“Macché cattivo – conclude La Mantia – È che i promo vanno recitati quindi ho
fatto quella faccia da duro. Poi c’è stata quell’unica volta che mi sono
arrabbiato con una concorrente, però non l’ho fatto per una questione di
tecnica ma per correggere un atteggiamento che ha lei nei confronti della
vita”.
(Laura Ceresoli, tratto da Visto)
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